Il principio utilizzato dall’idrometria, detto "principio di diluizione", si fonda sulla definizione di concentrazione (C). É questa una quantità (Q) per unità di volume (V):
sicché:
Dunque, disponendo di un indicatore che si distribuisca unicamente in un volume di nostro interesse, quest’ultimo potrà essere stimato dalla quantità di indicatore somministrata e dalla concentrazione dell’indicatore all’equilibrio. Essendo richiesto un certo periodo di tempo perché l’indicatore raggiunga l’equilibrio, è necessario che esso non venga eliminato o metabolizzato dall’organismo. Per la concentrazione all’equilibrio vale la relazione:
dove V2 è il volume di distribuzione e Q2 la quantità di indicatore all’equilibrio. Ora, poiché Q2 è uguale alla quantità somministrata Q1, possiamo scrivere:
che corrisponde al volume di nostro interesse.
La misurazione della TBW viene solitamente effettuata utilizzando acqua marcata con gli isotopi dell’idrogeno (1H), deuterio (2H) e trizio (3H). L’ossido di deuterio (2H2O) è preferibile a quello di trizio perché il deuterio è un isotopo stabile mentre il trizio è un isotopo radioattivo β-emittente. L’ossido di deuterio viene comunemente dosato nei liquidi biologici (plasma, urine, saliva) con metodo spettrofotometrico (36). La TBW viene calcolata dallo spazio di diluizione (DS, dilution space) del 2H2O utilizzando la seguente formula:
ovvero, correggendo lo spazio di diluizione del 2H2O ottenuto dall’eq. (4) per il valore corrispondente alla sua distribuzione “non-acquosa”. Per prelievi effettuati su plasma, si dovrebbe inoltre correggere il valore ottenuto dall’eq. (5) per il contenuto acquoso del plasma (0.96).
Se si assume che la quantità di TBW contenuta nella FFM sia costante, è possibile calcolare quest’ultima dalla relazione:
dove FFMH (fat-free mass hydration) rappresenta l’idratazione della FFM. Da studi compiuti su cadaveri era noto un valore di 0.73 per FFMH (37). Pertanto, si poté calcolare FFM dalla relazione: